Ogni giorno c’è la ricorrenza di fatti storici, celebrazioni e ricordi.. C’è questo passato che incessantemente, ogni giorno, piomba nel nostro presente per illuminare un percorso da seguire, per accendere quelle lampadine nella nostra mente ricordando errori da non ripetere e strade da seguire.
Insomma, festeggiamo ogni giorno qualcosa, lanciamo messaggi positivi e miriamo a compiere opere buone. Ma quando mettiamo seriamente in evidenza il nostro presente? Sembra che vogliamo scappare, oppure, che siamo troppo presi dalle nostre cose per avere quel tempo giusto per accendere una luce sulla nostra reale condizione di vita.
Dal giorno che è stata dichiarata “pandemia” ad oggi il mondo si è fermato. Stanno emergendo debolezze e fragilità che fino a un paio di mesi fa’ riuscivamo a nascondere, o almeno, sostenere. C’è un sistema che sta crollando sotto gli occhi di tutti, inermi, nel mentre all’interno dei nostri “metri quadri” delle nostre abitazioni continuiamo a svolgere attività di qualsiasi tipo per trascorrere questo tempo infinito.
Sogniamo, speriamo, immaginiamo, attendiamo che arrivi quel momento di “liberazione”. Sarà tutto come prima? La prospettiva che si sta concretizzando sembra che porti a una realtà diversa da quella passata.
Ma in tutto ciò noi, inconsapevolmente, stiamo facendo la nostra storia nel nostro presente.
Noi stiamo scrivendo la storia, un cambiamento che fino a un paio di mesi fa’ nessuno si sarebbe mai potuto immaginare, ma soprattutto, se qualcuno l’avesse proposto in molti non l’avrebbero mai accettato.
Stiamo vivendo una realtà che tocca tutti, non fa distinzione tra classi sociali o posizioni geografiche, siamo tutti coinvolti.
C’è una disoccupazione che aumenta, c’è un’economia in crisi, ci sono eventi che stanno spingendo a modificare un sistema geo-politico e sociale. E nel mentre avviene tutto questo, ogni giorno ci soffermiamo ad accendere riflettori sul numero di decessi che aumentano incessantemente.
Osserviamo il rancore della gente che non accetta questa realtà. Contiamo tra questi decessi persone che non riescono a reggere questa nuova realtà e le nuove prospettive, si ritrovano alle strette, vengono soffocati dai problemi.
Vediamo l’infrangersi di sogni, prospettive, di tante persone che avevano investito energie e soldi in attività. Vediamo gente che ovunque scrive le proprie visioni, cercando di anticipare eventi futuri dietro a questi schermi, isolati, restando nell’anonimato, nascondendo le problematiche e i timori.
Abbiamo paura, tutti, perché non c’è nulla di sicuro davanti a noi e tutto questo viene esternata in maniera diversa.
Non riesco, non voglio, né tanto meno posso trovare similitudini con eventi del passato. Sono troppo preso nell’osservare, adesso in questo frangente, e capire il nostro presente, con i nostri problemi, le nostre paure.
Vedo una società colorata, senza alcun tipo di distinzione, ognuno vestito con il proprio ideale, nascosto dietro a simboli, ma uniti.. nella fame, nella disperazione, nella povertà d’animo, morale, culturale, sentimentale.. Tra le tante cose che questa pandemia ha messo in evidenza c’è sicuramente l’enorme fragilità del tessuto sociale.
Siamo noi la storia. Un saluto! 😊
P.S. è una riflessione, nessun riferimento o “attacco” politico.